Sfruttamento lavorativo: presentato il quinto Rapporto curato dal Centro di ricerca interuniversitario l’Altro Diritto
Dal 2016, con l’approvazione della legge 199, sono state avviate 834 inchieste sullo sfruttamento lavorativo, come rilevato dal V Rapporto del Centro di ricerca interuniversitario l’Altro Diritto e l’Osservatorio Placido Rizzotto. Il Laboratorio, nato nel 2018, ha esaminato l’efficacia della legge e la protezione delle vittime. Grazie alla collaborazione di 66 Procure su 140, la ricerca ha analizzato gli atti processuali, rivelando un aumento delle inchieste su tutto il territorio nazionale. Lo sfruttamento lavorativo interessa vari settori economici e si distribuisce in tutte le regioni d’Italia.
Dal Rapporto emerge che sono stati identificati 376 nuovi casi di sfruttamento, di cui 249 risalenti al 2022-2023. Il Meridione registra il 45% delle inchieste, seguito dal Nord con il 28% e dal Centro con il 27%. Tuttavia, dal 2020 si nota una riduzione del divario tra Nord, Centro e Sud. In 709 procedimenti penali censiti, 357 hanno visto imputato solo il datore di lavoro, 164 solo il caporale, e 138 entrambi, dimostrando l’efficacia della legge 199 nel punire i datori di lavoro anche senza l’intervento del caporale. Il 14% delle inchieste coinvolge lavoratori italiani.
Significativo è l’aumento delle denunce da parte dei lavoratori sfruttati, con 33 denunce in più rispetto al precedente Rapporto, di cui 29 nel biennio 2022-2023. Questo incremento è attribuito alla legge 199, che ha portato le denunce al 18% dei procedimenti penali nel 2022. In 116 delle 338 inchieste con cittadini stranieri, lo sfruttamento ha coinvolto solo lavoratori regolari, mentre in 151 sia regolari che irregolari. Quasi il 79% delle vittime aveva un permesso di soggiorno, con il 42% di questi permessi legati a richieste di protezione internazionale o ragioni umanitarie.
Per consultare il Rapporto: https://www.fondazionerizzotto.it/wp-content/uploads/2024/06/V-Rapporto-Adir-ok.pdf