Presentato il documento a cura del BusinessEurope: “Understanding shortage occupations and the potential of third country migration in helping to address employers’ needs”
Il settore agricolo si trova oggi a far fronte ad una serie di sfide legate alla forza lavoro, al cambiamento demografico ma anche alla trasformazione delle competenze legate alla transizione digitale e verde.
Le condizioni di lavoro spesso contribuiscono alla carenza di manodopera e di competenze.
In una relazione del Center for European Policy Studies per conto del gruppo europeo dei datori di lavoro delle Organizzazioni Professionali Agricole, è emerso che le occupazioni più richieste nel settore, in ordine di priorità, sono: braccianti e giardinieri, braccianti agricoli e zootecnici, braccianti orticoli e forestali, lavoratori della pesca, operatori e montatori, tecnici di ingegneria e ricercatori.
Guardando al futuro, una previsione per il prossimo decennio suggerisce che il fabbisogno di lavoratori dovrebbe aumentare in tutte le professioni del settore agricolo.
Ciò è dovuto ai posti di lavoro nuovi e persi, all’alta domanda di sostituzione dei lavoratori agricoli che dovrebbero andare in pensione nei prossimi anni.
In tale analisi, la migrazione economica è specificamente vista come fondamentale nell’aiutare ad alleviare la carenza di manodopera e competenze in agricoltura, come anche nel settore chimico, alberghiero, servizi di sicurezza privata e trasporti su strada.
Nel settore agricolo, in particolare, la migrazione economica in genere svolge un ruolo importante nel riempimento dei posti vacanti.
Tuttavia, dopo l’inizio del Covid, il calo degli ingressi da altri Paesi è divenuta la principale causa di carenza di manodopera, in particolare a causa dell’adozione di regimi più severi per i movimenti transfrontalieri in tutto il mondo.
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