Lotta contro il lavoro forzato: l’impegno dell’UE per i diritti umani e la responsabilità aziendale
Il Piano d’azione dell’Unione Europea per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 pone come priorità fondamentale la promozione dell’eliminazione del lavoro forzato e l’attuazione delle norme internazionali relative al comportamento responsabile delle imprese. Tra queste norme, spiccano i Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e le Linee Guida dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) destinate alle imprese multinazionali, inclusi i criteri di due diligence.
La comunità internazionale ha fissato l’ambizioso obiettivo di eliminare il lavoro forzato entro il 2030. Nonostante gli sforzi in corso, il ricorso a questa forma di sfruttamento rimane ancora largamente diffuso. Secondo stime recenti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), circa 27,6 milioni di persone nel mondo sono costrette a lavorare in condizioni di lavoro forzato. Questa pratica è punibile ai sensi della direttiva 2011/36/UE, che riguarda la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime.
Il quadro normativo internazionale ed europeo pone grande enfasi sulla responsabilità delle imprese nel garantire il rispetto dei diritti umani lungo tutta la catena di fornitura. Gli Stati membri dell’UE sono pertanto chiamati a implementare misure efficaci per monitorare e garantire che le aziende operino in conformità con questi standard, prevenendo così il lavoro forzato e altre forme di sfruttamento lavorativo. La cooperazione tra governi, settore privato e società civile è essenziale per raggiungere l’obiettivo comune di un mondo libero dal lavoro forzato entro il 2030.