Immigrazione ed economia: l’8,8% del Pil italiano è generato dai lavoratori migranti
I lavoratori migranti in Italia forniscono un contributo significativo all’economia nazionale, generando un valore aggiunto di 164 miliardi di euro, pari all’8,8% del Pil. Questo dato emerge dal XIV Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione redatto dalla Fondazione Leone Moressa.
I lavoratori migranti costituiscono il 10% del totale degli occupati in Italia, una percentuale stabile negli ultimi anni e inferiore rispetto ad altri Paesi europei come la Germania. Il cosiddetto “Pil dell’immigrazione” ha già superato i livelli pre-pandemia, passando dai 148 miliardi del 2019 ai 164 miliardi attuali. La maggior parte del valore aggiunto si concentra nei servizi, che occupano il maggior numero di lavoratori. Tuttavia, se si considera il peso percentuale del valore aggiunto prodotto dai lavoratori migranti, i settori con maggiore incidenza sono agricoltura e costruzioni. Tra i settori più caratterizzati dalla presenza dei lavoratori troviamo i servizi alle persone (30%), gli alberghi e ristoranti (17%), l’agricoltura (18%) e le costruzioni (16%). Tuttavia, solo l’8,7% svolge professioni qualificate o tecniche, mentre circa il 30% è impiegato in mansioni a bassa qualifica, con un’incidenza del 29% tra i lavoratori non qualificati e del 14,7% tra gli operai artigiani.