Decent Work? Lavoratori migranti tra sfruttamento e prospettive di cambiamento
La precarietà lavorativa, il rischio di sfruttamento e la difficoltà di integrazione continuano a essere una realtà per molti lavoratori immigrati in Italia. Questo è il quadro emerso dall’indagine condotta dall’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), dal titolo: “Decent work? Segregazione occupazionale e condizioni di lavoro della manodopera immigrata”.
L’indagine ha coinvolto oltre 2.000 lavoratori provenienti da 85 nazionalità diverse, con una distribuzione geografica che include le principali città italiane (Roma, Milano, Bologna, Napoli) e aree a forte vocazione produttiva come Foggia, Grosseto e Ragusa. Tra i settori analizzati, figurano agricoltura, edilizia, turismo e lavoro domestico: ambiti notoriamente caratterizzati da un’elevata incidenza di lavoro sommerso e irregolare.
Più della metà degli intervistati (51%) lavora senza contratto. Inoltre, molti sono coinvolti nel cosiddetto “lavoro grigio”, ovvero situazioni in cui un contratto esiste formalmente ma non vengono rispettate le norme contrattuali o legislative. Tra i lavoratori irregolari, il 38% accetta di lavorare senza contratto e il 30,2% svolge mansioni al di sotto delle proprie competenze. Le donne, in particolare, si trovano spesso in settori come il lavoro domestico, dove il 35,6% segnala difficoltà legate alla sostenibilità economica.
La ricerca ha messo in luce anche le problematiche legate alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Solo il 57,6% di chi ha subito un infortunio ha richiesto assistenza sanitaria. Spesso, la paura di perdere il lavoro o pressioni esterne impediscono di denunciare incidenti, contribuendo a un quadro di scarsa tutela.
Consulta il rapporto completo qui: https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/114535